Biografia

“Ho sempre fatto sport, nella mia vita, perché ne ho sempre sentito il bisogno”. Lo sport, per Matteo Orsi rappresenta uno stimolo per migliorarsi: “Attraverso la competizione posso verificare i miei progressi”. A 16 anni è vittima di un incidente stradale che gli provoca una paraplegia. Ciò che apprezza maggiormente del tennistavolo è la sua completezza, sia dal punto di vista tecnico che tattico: “E poi ci vuole tanta testa e forza fisica”. Fuori dal campo di gioco Matteo Orsi si concentra sullo studio. L’obiettivo è diventare un ingegnere. Ma nel tempo libero si diletta con i videogiochi e con gli scacchi. Il momento più bello del percorso sportivo? “Quando ho saputo della qualificazione a Tokyo 2020”.

“Credo che la felicità per un successo sia maggiore quando viene condivisa con tutti”, dichiara. Il suo motto è una parola misteriosa: “Oppa!”, ma riguardo la definizione del termine resilienza non ha dubbi: “Per me significa cogliere il meglio da tutte le esperienze che si fanno, siano vittorie o sconfitte, e riuscire a incanalare questi insegnamenti per migliorare e continuare a insistere, nonostante tutto”.