Anche il Presidente De Sanctis e Ambra Sabatini tra i premiati al 40° Premio Viareggio Sport

“Il mio compito è sviluppare al massimo un movimento che purtroppo non ha ancora tanti tesserati, rispetto al suo potenziale” ha detto De Sanctis

Anche il Presidente De Sanctis e Ambra Sabatini tra i premiati al 40° Pre...

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Si è tenuta ieri, a Viareggio, la cerimonia di assegnazione del Premio Viareggio Sport, giunto alla sua 40^ edizione. Davanti a una platea composta dai ragazzi delle scuole superiori del territorio, sono stati premiati le associazioni, i gruppi, le società, che si sono distinte per meriti professionali, agonistici e per i valori umani e sociali che rappresentano.
Tra i premiati, il Presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Marco Giunio De Sanctis, e la velocista Ambra Sabatini, campionessa dei 100m ai Giochi Paralimpici di Tokyo 2020, che si è laureata campionessa mondiale della specialità agli ultimi Campionati di Nuova Delhi.

Questo il discorso che De Sanctis ha rivolto ai presenti: “Oggi è il vostro quarantennale e sono quarant’anni che sto nel movimento paralimpico. È un ritorno, per me, in una nuova veste, dopo aver svolto per 20 anni il ruolo di Segretario Generale e capo missione ai Giochi Paralimpici. Sui nostri atleti ancora c’è un pizzico di diffidenza, al di là della tecnologia che ha aiutato tantissimo questo mondo. C’è, qui con me, Ambra Sabatini, una super campionessa che utilizza protesi fantastiche, oggi è tutto possibile, c’è un grande sviluppo, in tal senso, nel movimento, ma ancora manca qualcosa: alla considerazione formale, dovrebbe corrispondere una considerazione sostanziale del CIP e dei suoi atleti”.
“Si parla del movimento paralimpico, ma non tanto quanto meriterebbe, in quanto i due mondi, olimpico e paralimpico, rappresentano le due galassie dell’universo sportivo. Sarebbe una cosa meravigliosa se, tutti gli sport, organizzassero Mondiali ed Europei olimpici e paralimpici insieme, anche non contestualmente, ma su due binari, differenti e confluenti al contempo, in modo che venisse accordata la stessa considerazione ai partecipanti”.

E ancora: “Fino a tanti anni fa si parlava poco delle donne nello sport, oggi il mondo femminile sta perequando quello maschile, la stessa cosa deve avvenire per il mondo paralimpico. Abbiamo tante Federazioni, come quella di Stefano Mei: abbiamo avuto la fortuna, entrambi, di essere atleti di alto livello e anche presidenti, quindi conosciamo bene, forse meglio di tutti, il campo, e dietro la scrivania vedi le cose in maniera diversa. Vi assicuro che l’impegno, profuso dai nostri atleti, è straordinario, che arrivare a certi livelli, comprendendo le classificazioni, che molti ancora non conoscono, è estremamente difficile”.
“Il mio compito è sviluppare al massimo un movimento che purtroppo non ha ancora tanti tesserati quanto è il potenziale. Tutte le disabilità possono praticare sport, tutte, anche le più gravi, come la distrofia muscolare: fino a poco tempo fa ero Presidente delle Bocce, e la boccia paralimpica, inserita nel programma dei Giochi Paralimpici, è praticata dagli atleti con distrofia muscolare grave e gravissima. Se possono farlo loro, possono farlo tutti. Parliamo di milioni di iscritti, mentre oggi sono solo 25 mila. Questo è il programma che mi sono prefisso. Sono felice di essere tra voi e so la vostra sensibilità verso il movimento”, ha detto concludendo.

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