Campus Invernali di Avviamento agli Sport Paralimpici: il bilancio, dopo due giorni, degli eventi di Predazzo e Castione della Presolana

Il Presidente Pancalli: "Dare continuità all’importante lavoro che stiamo svolgendo nei territori per promuovere lo sport per tutti"

Campus Invernali di Avviamento agli Sport Paralimpici: il bilancio, dopo due ...

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Avvicinare alla pratica sportiva tanti giovani e giovanissimi con disabilità del nostro Paese, in una fascia d’età compresa fra i 6 e i 25 anni: è questo lo scopo della prima edizione dei Campus Invernali di Avviamento agli Sport Paralimpici, iniziativa promossa dal Comitato Italiano Paralimpico.

Dopo i Campus paralimpici estivi, che si sono svolti tra giugno e luglio di quest’anno a Lignano Sabbiadoro, Roma, Bari e Messina, il CIP ha deciso di promuovere le discipline invernali in un’ottica di crescita dell’intero movimento paralimpico, realizzando tre eventi, di cui due in corso in questi giorni a Predazzo (TN) e Castione della Presolana (BG) e il terzo in programma dall’11 al 15 dicembre a Roccaraso (AQ).

Partiti con tanto entusiasmo e poca neve, nel secondo giorno di Campus di Castione della Presolana (BG), il meteo ha premiato i giovani partecipanti che, da domani, potranno provare anche lo sci di fondo. Nei primi due giorni, comunque, i ragazzi si sono cimentati in tre discipline; divisi in tre gruppi si sono alternati tra sci alpino, arrampicata sportiva e bob. Grande soddisfazione quindi per questa prima edizione di un Campus, che visto il successo, sarà il primo di una lunga tradizione.
Il gruppo è composto da bambine e bambini con un’età media di 9 anni con i più giovani di 6 e il più grande di 16. I partecipanti arrivano da tutta Italia ma le regioni più rappresentate sono Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Liguria e Puglia. I giovani atleti sono tutti accompagnati da almeno un genitore ma in molti casi a fare da supporter ci sono anche fratelli, sorelle e nonni.
Ad accompagnare i ragazzi nella scoperta delle discipline ci sono 8 maestri di sci, 6 assistenti, 2 tecnici per l’arrampicata sportiva, 3 maestri di sci di fondo e lo staff del Comitato Italiano Paralimpico coadiuvato dai colleghi del Comitato Regionale della Lombardia.
Per consentire ai partecipanti di provare gli sport invernali sono stati messi a disposizione dal CIP attrezzature, ausili sportivi e skipass per gli impianti del Monte Pora oltre, ovviamente, a vitto e alloggio e servizio di trasporto per gli impianti sportivi.
“Stiamo avendo un riscontro molto positivo da parte dei partecipanti che, oltre a divertirsi, si stanno appassionando a queste discipline – spiega Marco Zanotti della Ski Passion, referente tecnico sportivo del Campus -. Si stanno impegnando e vediamo che ci stanno mettendo buona volontà senza spaventarsi del tempo, anzi si sono divertiti molto a sciare mentre nevicava”.
Soddisfazione anche degli accompagnatori. “Siamo molto contenti di questa iniziativa perché i nostri ragazzi stanno facendo un’esperienza che, senza il supporto del CIP, sarebbe stato difficile fare – racconta la nonna di Agata -. Noi mandiamo tutti i giorni le foto di Agata alla sua mamma che è dovuta rimanere a casa e che, vedendo il sorriso sul volto della sua piccola, ha il cuore che le si riempie di gioia”.
Felice dell’esperienza anche la mamma di Samuele: “è una bella occasione per il nostro bambino che sta conoscendo tanti bambini, sta facendo amicizia e sta scoprendo sport che non avrebbe mai pensato di fare. Gli istruttori sono bravissimi”.

Tanti i ragazzi con disabilità fisica e visiva presenti anche in Trentino per il Campus di Predazzo, in corso in questi giorni negli impianti Alpe Lusia di Bellamonte per la disciplina dello sci alpino e dello snowboard, e in quelli del Centro del Fondo del Lago di Tesero per quanto riguarda lo sci nordico. Dai dieci ai quindici gli allenatori specializzati a supporto dei ragazzi nei quattro giorni di allenamenti.

I bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze coinvolti stanno beneficiando degli insegnamenti e dell’assistenza di tecnici federali specializzati che favoriscono il giusto approccio alle discipline in programma.

Ma i Campus rappresentano anche un momento di condivisione tra i ragazzi e le loro famiglie. Trenta i genitori presenti, che hanno accompagnato i loro figli sulle piste di sci.

Giovedì 8 dicembre, i partecipanti al Campus e le loro famiglie hanno incontrato rappresentanti dello sport paralimpico e delle istituzioni locali.

Emozionante la testimonianza di Alessandro Daldoss, trentino, ex campione del mondo di sci alpino di categoria visually impaired. "Lo sport mi ha permesso di ricominciare a vivere - ha raccontato Daldoss, che nel 2014 ha partecipato alle Paralimpiadi di Sochi - perché quando si ha un trauma, la paura è quella di non riuscire a fare più nulla. L'impoortante è non porsi barriere. Magari non raggiungerai tutti i tuoi sogni ma è importante provare sempre a fare quello in cui si crede. E se non ci riesci pazienza, almeno non avrai rimpianti".

Il campione di para ice hockey Andrea Macrì, oggi testimonial di Milano Cortina 2026, ha parlato del progetto Adaptive Winter Sports e dell'importanza di eventi come i Campus di Avviamento agli Sport Paralimpici: "Quando ho iniziato io a fare sport non c'erano iniziative del genere. E' fondamentale, in questo, il coinvolgimento delle famiglie".

All'incontro hanno preso parte Tito Giovannini, rappresentante del Trentino nel Consiglio di amministrazione della Fondazione Milano Cortina 2026. Maria Bosin, sindaco di Predazzo, Gianluigi Mariani, capitano della Guardia di Finanza, comandante del gruppo sciatori delle Fiamme Gialle di Predazzo, Massimo Bernardoni, Presidente del Comitato Provinciale Trento e Bolzano del CIP, in rappresentanza della Provincia di Trento, Gianluca Cavada.

“Con i campus di avviamento agli sport paralimpici invernali intendiamo dare continuità all’importante lavoro che stiamo svolgendo nei territori per promuovere lo sport per tutti, senza barriere – è quanto dichiara Luca Pancalli, Presidente del Comitato Italiano Paralimpico - Il nostro obiettivo è regalare a tanti giovani e alle loro famiglie un momento di sport e socialità, nonché una grande opportunità di crescita non solo sul piano tecnico-sportivo ma anche personale e valoriale. Per qualcuno potrà essere l’occasione per scoprire un talento e una passione. Magari fra di loro troveremo i campioni del futuro. Ma per tutti, sono sicuro, rappresenterà un’esperienza di vita indimenticabile, la porta d’ingresso nella grande famiglia paralimpica italiana”.

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