Intervista ad Andrea Gallone, Rappresentante degli Atleti

Secondo appuntamento con le interviste ai membri del Consiglio Regionale del CIP Piemonte. 

Intervista ad Andrea Gallone, Rappresentante degli Atleti

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Continuano le interviste ai membri del Consiglio Regionale con Andrea Gallone, Rappresentante degli Atleti, giocatore della nazionale italiana di pallanuoto paralimpica, con cui ha preso parte alla prima storica partita internazionale di questa disciplina. È co-fondatore della Granda Waterpolo Ability, realtà pioniera in Italia per la pallanuoto paralimpica. Ha ricevuto diversi riconoscimenti sportivi, tra cui premi MVP e il titolo di Dirigente Sportivo Piemontese 2022 dal CONI e CIP. Appassionato di sport, ha praticato anche tiro a segno, fondo, sitting volley, biathlon e paratriathlon, dedicandosi oggi con impegno allo sviluppo dello sport paralimpico.

Andrea, quali sono le tue priorità per questo nuovo mandato all’interno del Comitato Paralimpico Piemonte?
Le priorità sono dettate dal ruolo ricoperto, per cui come rappresentante degli atleti vorrei cecare di dare voce alle esigenze che possano emergere. Ogni atleta paralimpico ha delle necessità che si differenziano in relazione allo sport praticato, oltre che dal livello agonistico. Io personalmente oltre al mio sport specifico mi diletto in vari sport, in questo modo ho la possibilità di confrontarmi con i ragazzi direttamente e capire, per quanto possa essere possibile, le loro difficoltà nello svolgimento della disciplina. Avere questi contatti forma molto ed avere l’opportunità di poterle riferire e proporre idee alla giunta Regionale in maniera sistematica è un onore.

Che importanza attribuisci alla collaborazione con enti locali, scuole e federazioni?

Per me la collaborazione è fondamentale in ogni aspetto e in ogni istituzione, sia lavorativa, sia federale che associativa di ogni forma e genere. Riuscire a collaborare con le scuole e gli enti locali dovrebbe portare dei benefici, in primis per ragazzi con disabilità che non conoscono il nostro meraviglioso mondo e nel quale potrebbero approcciarsi e magari scoprire dei talenti o campioni. La Formazione e l’Informazione sono alla base delle collaborazioni. Due o più teste che si scambiano idee costruttive e collaborative possono costruire interi mondi. Io vado tanto nelle scuole a raccontarci e trovo che questa sia una gran fortuna per i ragazzi che possano vedere il lato vero della disabilità, non velato da pietismi ma concreto con il mostrare le difficoltà motorie, sensoriali ed emozionali che ognuno di noi prova, così come loro, con un briciolo di difficoltà in più; con un’importanza ed un’attenzione allo sport.

Ci sono progetti specifici che vorresti proporre o sostenere durante il tuo mandato?

Mi piacerebbe poter fare degli interscambi tra società e federazioni. Mi spiego meglio, sarebbe un bel progetto poter dare la possibilità ad atleti di discipline diverse potersi mettere in gioco con altre discipline, magari con gli stessi atleti in qualità di facilitatori insieme agli istruttori. Una specie di team building che vengono fatti nelle medio/grandi aziende. Questo credo porterebbe alla conoscenza e diffusione delle varie discipline paralimpiche piemontesi tra gli atleti, che magari per qualcuno possano essere sconosciute, portando ad un passaparola virale che arrivi a chi non pratica nessuno sport. E sappiamo quanto bene faccia lo sport in generale e in particolar modo nel nostro mondo. Ovviamente il tutto deve essere condito da un confronto continuo e proattivo con la Giunta Regionale.

Quali azioni ritieni prioritarie per favorire una maggiore inclusione delle persone con disabilità nello sport?

Il crederci veramente da parte delle istituzioni. Come dicevo prima, la diffusione e l’informazione vera delle possibilità che possano esserci a livello sportivo sono alcune delle azioni fondamentali per l’inclusione. Teniamo in considerazione che lo sport sviluppa tutta una serie di capacità a livello sociale pazzesche. Nel mio “mondo acqua” ho visto ragazzi che da essere completamente dipendenti dai loro care giver sono diventati completamente indipendenti nel giro di un tempo relativamente breve. C’è proprio la necessità che si parli di noi, delle imprese fatte e di come siano state realizzate con ulteriori difficoltà oltre che quelle sportive, che vanno al di là della disabilità (spazi allenamento inesistenti, barriere di diverso tipo, etc.).

Come si possono superare le barriere ancora presenti tra sport, disabilità e società civile?

Le barriere sono tantissime, anche se noto che sempre più società/associazioni sportive stanno aprendo all’attività paralimpica e spesso anche senza non poche difficoltà, ma si mettono in gioco e cercano di agevolare il più possibile l’accesso all’attività sportiva, che sia agonistica o solo di avvicinamento o amatoriale. L’adattamento della disabilità nello sport ha fatto grandi passi e ne serviranno ancora immensi. Credo che le principali barriere oramai permangono più che altro nella percezione di noi e della nostra disabilità da parte della gente comune, nella società c’è ancora un certo remore, in particolare per le disabilità fisiche. Per quelle intellettivo-relazionali invece trovo che è stata superata quella soglia invisibile ma spessa del “non nascondere”, che persiste nelle disabilità fisiche, ma sono fiducioso che con un buon lavoro di diffusione e informazione, in particolar modo nelle scuole, si possa abbattere.

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