Snowboard: intervista a Emanuel Perathoner

"Dopo due anni difficili, l'obiettivo sono le Paralimpiadi di Milano-Cortina 2026

Snowboard: intervista a Emanuel Perathoner

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Un nuovo capitolo della sua carriera, magari inaspettato, ma sul quale Emanuel Perathoner, snowboarder di professione, vuole scrivere pagine ricche di sfide, esperienze e successi con l’obiettivo di ottenere un lieto fine chiamato “Paralimpiadi di Milano-Cortina 2026”.

Fino ad oggi, gli appassionati e gli addetti ai lavori degli sport della neve conoscevano il trentaseienne bolzanino come atleta normodotato, specialista di livello internazionale dello snowboardcross, capace di partecipare a due edizioni olimpiche (Vancouver 2010 e Pyeongchang 2018), cogliere un successo in Coppa del Mondo e raggiungere l’apice con il bronzo iridato nel 2019. Da questo 2023 tutti dovranno abituarsi a rivedere Perathoner indossare il pettorale da gara, cercando di mettere la propria tavola davanti a tutti in un nuovo mondo: quello degli atleti/e paralimpici.

Il 14 gennaio 2021 a causa di una brutta caduta Perathoner si era procurato la rottura del piatto tibiale. Seguirono innumerevoli corse all’ospedale, molte operazioni non meno che l’inserimento di una protesti totale del ginocchio nel suo corpo. A dicembre scorso Perathoner dava ufficialmente l’addio all’attività agonistica ma pochi sapevano che parallelamente era nato, per caso, un nuovo sogno agonistico: quello di tornare alle competizioni gareggiando però tra gli snowboardisti paralimpici, data l’evidente limitazione di movimento della caviglia e la limitata possibilità di piegare il piede.

Dopo l’operazione fatta ad aprile 2022 – racconta Emanuel -, ho provato a gareggiare ancora in Coppa del Mondo ma poi ho dovuto mettere la protesi. Non pensavo che il mio caso fosse così grave. Una mia vecchia compagna di squadra in nazionale, Raffaella Brutto, mi consigliò di contattare la FISIP, nello specifico il nuovo presidente Paolo Tavian e il responsabile del settore snowboard Igor Confortin, per capire cosa si poteva fare se avessi espresso il desiderio di concorrere nelle specialità paralimpiche. Il percorso mi ha poi portato alla prima tappa di Coppa Europa a Landgraaf (Olanda, 22-25). Lì ho superato i test medici di classificazione ed è stata accertata la mia disabilità, e così sono stato inserito nella categoria Lower Limb 2”.

Sorpreso ma voglioso di divertirsi e di rimettersi in gioco, l’azzurro ha subito dimostrato di non aver perso la verve e la brillantezza dei giorni migliori, dominando le due gare di Coppa Europa per poi presentarsi, sempre nel Banked Slalom, in Coppa del Mondo a Big White Ski Resort (Canada), dal 18 al 20 dicembre scorsi. Oltreoceano Perathoner si è ripetuto, non subendo il passaggio nel circuito superiore e salendo nuovamente sul gradino più alto del podio in entrambe le gare: “In Canada si sono date delle giornate che difficilmente dimenticherò. Un’esperienza proprio completa, dove un ruolo fondamentale l’ha svolto anche il gruppo azzurro: sono dei ragazzi stupendi, divertenti e con i quali è un piacere condividere una passione. A livello tecnico avevo ancora poche giornate di allenamento sulla neve alle spalle e ho provato una tavola nuova; tuttavia, sono riuscito ad esprimermi al meglio e a primeggiare. La concorrenza però c’è, gli avversari mi stanno alle costole e dovrò allenarmi duramente per proseguire su questo trend”. Se, da un lato, Perathoner guarda con fiducia ai Mondiali di gennaio in Spagna e sogna di gareggiare a Milano-Cortina 2026 – “l’obiettivo a lunga scadenza è quello, anche se il prossimo anno avrà un nuovo test di classificazione; dunque ad oggi sono costretto a ragionare per micro obiettivi” -, dall’altro ringrazia chi ha reso tutto questo possibile, ritenendosi davvero  fortunato di far parte del panorama dello snowboard paralimpico.

“Sto vivendo un’esperienza incredibile – chiude Emanuel – ed ho la fortuna di poter ascoltare ed essere partecipe di storie di vita e di resilienza che pochi hanno il privilegio di incontrare tutti i giorni. Gli atleti e le atlete che sto conoscendo sono capaci di usare lo sport per uscire da difficoltà che sembrano insormontabili ai più e possono veramente essere un punto di riferimento per le nuove generazioni. L’ambiente dello snowboard paralimpico è sì altamente competitivo, ma si sta dimostrando molto sano. Spero sinceramente che si prosegua nello sviluppo di questa disciplina anche grazie al supporto della FIS, e che, soprattutto mediaticamente, il paralimpismo raggiunga vette mai toccate”.

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