Ambasciatori Paralimpici: Daniele Cassioli

Ambasciatori Paralimpici: Daniele Cassioli

Ambasciatori Paralimpici: Daniele Cassioli

Dettagli della notizia

Cosa fa, di un ragazzo di 35 anni, il più grande atleta di sci nautico paralimpico di tutti i tempi, nonché uno degli atleti italiani più medagliati di sempre? Sicuramente tanto talento, duro allenamento, passione senza limiti per lo sport e per ogni impresa che si intraprende ma anche una dose importante di positività, quella che permette di trasformare un limite in un punto di forza.

Daniele Cassioli nasce a Roma il 15 agosto 1986, ma si trasferisce a Varese in giovane età. Cieco dalla nascita, si avvicina al nuoto e al karate prima di conoscere, a nove anni, lo sci nautico, disciplina che gli regalerà qualcosa come 25 titoli mondiali, altrettanti europei e 41 Tricolori. Negli ultimi anni si è avvicinato con successo anche al calcio a 5 B1, conquistando lo scudetto con il Crema. Un'esperienza, quella di Daniele, che conferma una sua massima: “lo sport può diventare quel pezzo di strada che c'è tra noi e la felicità”.

L'azzurro, dal 2017, è anche uno degli Ambasciatori dello sport paralimpico italiano, un ruolo che svolge alla perfezione grazie alle sue straordinarie doti comunicative, alla capacità di raggiungere la gente e di farlo usando spesso anche l'ironia, tutte caratteristiche che lo hanno portato a lasciare il precedente lavoro di fisioterapista per intraprendere quello nel campo della formazione aziendale.

Far parte del Team Ambasciatori è in primis un grande orgoglio, perché rappresenta un modo per dare una vita nuova ai successi ottenuti in campo sportivo, permettendo agli allori di uscire dalla bacheca ed andare a trovare le persone, i ragazzi, quelli con una forma di disabilità ma anche quelli che non conosco cosa sia la disabilità”.

Grande l'attenzione nei confronti dei più piccoli, come testimonia il suo impegno nell'avviamento allo sport dei bambini con disabilità visiva: “E' stimolante rapportarmi con i piccoli, perché non hanno filtri e chiedono cose che i grandi non chiederebbero mai, hanno un rapporto più spontaneo con la disabilità”. Entrare in sintonia con loro richiede spiccate doti comunicative e ‘strategie' efficaci: “Più che raccontare tante cose e usare mille parole cerco di farli immedesimare, chiedo che siano loro a farmi domande su temi particolari”. Il tutto in un rapporto in cui si dà e si riceve, si trasmette la propria esperienza ma ci si arricchisce pure: “Devo dire che questo lavoro con i piccoli mi ha aiutato a crescere molto, a confrontarmi ancora meglio con i più grandi. La cosa bella è che ancora oggi ci sono professori che mi scrivono dicendomi che ragazzi hanno svolto tesine sui nostri incontri”.

Crescere, crescere sempre, trovare nuovi stimoli per migliorarsi, è questo che contraddistingue un campione, dentro e fuori i campi di gara: “Di solito inizio parlando della mia esperienza, faccio vedere quello che mi riguarda, poi parlo anche dei miei colleghi e in generale di altri atleti paralimpici, perché sono contento di spaziare su un mondo che non riguarda solo me”. Insomma, l'importante è far capire ai ragazzi che lo sport è uno straordinario strumento per riprendersi la propria vita: “Se grazie alla mia testimonianza un ragazzo inizia a praticare nuoto o un'altra disciplina abbiamo vinto tutti”.

Daniele è sicuramente uno di quelli che, attraverso il racconto dei suoi risultati sportivi, è in grado di trascinare tanti ragazzi: “I successi servono, ma è importante anche raccontare le fatiche, perché è attraverso quelle quello che riusciamo a far comprendere la dignità di un atleta paralimpico”.

Tanti gli episodi e gli spunti, anche divertenti, negli incontri di Daniele in veste di Ambasciatore: “Ricordo che una volta un bambino mi chiese se noi ciechi andavamo in bagno; questa naturalezza dei più piccoli mi ha fatto riflettere che in tema di cecità molte ancora siano le cose da raccontare, tanti tabù da sfatare e in questo il ruolo del Comitato Italiano Paralimpico è fondamentale, soprattutto perché ritengo che in questo momento storico non conti solo il risultato sportivo ma anche quello che attraverso lo sport si può ottenere. In sostanza - prosegue Cassioli - la disabilità deve molto allo sport e attraverso lo sport dobbiamo raggiungere quante più persone possibili, perché c'è tanto che la gente dovrebbe sapere su questo mondo”.

Nel 2018 Daniele ha pubblicato “Il vento contro”, libro che tratta dal suo punto di vista temi quotidiani, dalla vita di coppia alla paura di non essere all'altezza, il tutto nella consapevolezza che la sua storia possa essere da stimolo per altre persone non vedenti.

Media

Direttiva per la qualità dei servizi on line e la misurazione della soddisfazione degli utenti

Commenta la seguente affermazione: "ho trovato utile, completa e corretta l'informazione."
  • 1 - COMPLETAMENTE IN DISACCORDO
  • 2 - IN DISACCORDO
  • 3 - POCO D'ACCORDO
  • 4 - ABBASTANZA D'ACCORDO
  • 5 - D'ACCORDO
  • 6 - COMPLETAMENTE D'ACCORDO

Il presente modulo utilizza i cookies di Google reCaptcha per migliorare l'esperienza di navigazione. Disabilitando i cookie di profilazione del portale, il form potrebbe non funzionare correttamente.

X
Torna su